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Gino Ossola, da artigiano a commerciante

Il fondatore di questa impresa commerciale di oreficeria e gioielleria è Giovanni Ossola, detto Gino, nato a Varese nel 1891 da Luigi e Maria Minonzio.

Le notizie sulla formazione e l’apprendistato professionale di Gino sono scarne, così come i dati sull’avviamento della sua prima attività. Dalla testimonianza dei suoi due figli, attuali titolari dell’impresa, si può fare risalire agli anni immediatamente successivi la Prima guerra mondiale l’inizio dell’avventura imprenditoriale della famiglia Ossola.

In questi stessi anni Gino si lega in matrimonio con Rosa Martignoni, madre del primogenito Franco (1921-1949).

Attorno al 1919 Gino subentra in un’attività di orefice alla famiglia Santini: il fatto che per alcuni anni il nome dei precedenti proprietari sia rimasto nell’intestazione dell’impresa, “Ossola già Santini”, fa presupporre che Gino subentrasse ad una ditta già affermata, con un bacino di clienti propri.

Nei primi anni Gino alterna periodi di lavoro in proprio ad esperienze di società con altri colleghi. Nel 1924, quando costituisce una ditta individuale a proprio nome, dichiara di succedere nell’attività alla “Faoro e Ossola”; nel 1930 cessa la ditta individuale per costituire con un tal Giorgi la società in nome collettivo “Ossola e Giorgi”, ma due anni più tardi apre una nuova ditta a proprio nome. Il trasferimento della sede di lavoro dalla zona di piazza della Motta, allora periferica, all’importante arteria di corso Roma risale ai primi anni venti, forse in coincidenza con la costituzione della prima ditta individuale, e segna il passaggio da un’attività puramente artigiana all’esercizio del commercio al dettaglio. Anche l’abitazione della famiglia Ossola viene spostata in un appartamento ubicato sopra il negozio, presi entrambi in affitto. Le poche informazioni su questo periodo di attività non consentono molti approfondimenti, salvo quello che ci viene tramandato dalle testimonianze degli eredi.

Sulla base di queste si può ricostruire come Gino, nato professionalmente come artigiano orefice, abbia ampliato l’oggetto dell’attività nel corso degli anni trenta, estendendolo al commercio di strumenti ottici e fotografici.

Ne emerge il profilo di un uomo in grado di abbinare la propria maestria di artigiano con l’intuito commerciale.

Alla fortunata biografia imprenditoriale del fondatore fa da contraltare una vicenda personale travagliata: rimasto vedovo nei primi anni trenta, Gino sposa nel 1936 in seconde nozze Angela Civelli (1911-2010), nativa di Barasso dove i genitori gestivano un mulino tuttora esistente. Prima delle nozze Angela lavorava come segretaria amministrativa in una clinica privata e in seguito affiancherà Gino nella conduzione del negozio.

Negli anni in cui la famiglia Ossola si completa con la nascita dei figli Luigi (1938) e Aldo (1945), il figlio maggiore è in procinto di iniziare una gloriosa quanto breve carriera sportiva.

Franco infatti inizia a giocare a calcio nel Varese verso la fine degli anni trenta e nel 1939 si trasferisce a Torino, dove diventa una delle colonne portanti della storica compagine granata protagonista del tragico incidente aereo di Superga nel maggio 1949.

Negli anni in cui si afferma la fama di Franco il negozio del padre diventa un punto di riferimento per gli appassionati sportivi della città.

Pochi mesi prima della morte di Franco un’altra disgrazia colpisce la famiglia Ossola: di ritorno da Milano in autostrada, Gino e la moglie sono vittime di un incidente stradale in cui lui perde la vita.

Angela si salva dopo essere rimasta in coma per alcuni giorni e si trova a fronteggiare da sola la difficile scelta di proseguire l’attività del negozio in nome e per conto dei figli minori, che nel 1949 hanno rispettivamente 11 e 4 anni.

 Angela Civelli Ossola: il dovere di imprenditrice

Dopo la morte di Gino e del figlio Franco i due rami della famiglia, pur mantenendo saldi e continui rapporti, separano le proprie attività. A Varese Angela prosegue l’attività del negozio, in cui viene successivamente affiancata dai figli, mentre gli eredi di Franco (la vedova Piera Bernardi e i figli Franchino e Daniela) si stabiliscono a Torino e abbandonano ogni interesse nel settore della gioielleria. La fama acquisita dal negozio nei primi trenta anni e la favorevole congiuntura economica del dopoguerra aiutano la vedova a risollevare le sorti dell’impresa, che cresce e si afferma come una delle realtà più in vista della città.

Angela si rivela donna di forte volontà e ottime capacità imprenditoriali, assumendo in prima persona la gestione del negozio. Con la scomparsa di Gino vengono meno alcune delle competenze tecniche e artigiane del negozio e Angela decide dopo alcuni anni di cessare la vendita di articoli per la fotografia e di iniziare quella di alcuni prestigiosi marchi di orologeria svizzera.

Un elemento di continuità con la precedente gestione e un supporto importante vengono dalla presenza di uno storico e affezionato dipendente, Emilio Bertani, che ogni mattina raggiunge Varese dall’alta Valganna. Un’altra dipendente, Antonietta Tosetti, viene invece assunta da Angela nei primi anni cinquanta e diventa in breve una fidata collaboratrice e un’amica anche fuori dal negozio. Il buon andamento dell’attività consente inoltre alla vedova di acquistare nel corso degli anni sessanta l’immobile contiguo dove vengono trasferiti sia il negozio che l’abitazione di famiglia e dove tuttora opera l’impresa.

Nel 1959, in concomitanza con il raggiungimento della maggiore età da parte di Luigi, viene decisa la trasformazione della ditta individuale in società di fatto con la denominazione “Eredi di Ossola Gino”: Angela mantiene una quota minoritaria e i due figli entrano nella società. Nel 1966 anche Aldo diviene maggiorenne e anche per lui cessa la tutela della madre.

Il supporto dei figli nella gestione del negozio, sebbene facilitato dalla compresenza di casa e bottega, si limita per molti anni ad aiuti sporadici, visto che anche Luigi e Aldo intraprendono carriere sportive che assorbono buona parte del loro tempo. Luigi, dopo una breve parentesi come cestista, gioca a calcio ad alto livello nel Varese, nella Roma e nel Mantova, terminando la propria carriera nei primi anni settanta.

Il più giovane Aldo si dedica invece al basket professionistico fino al 1980, diventando uno dei giocatori più rappresentativi della plurivittoriosa Pallacanestro Varese.

Seguendo le raccomandazioni dello sfortunato fratello maggiore, Luigi e Aldo vengono spinti dalla madre a completare i propri studi prima di immergersi nell’attività agonistica: entrambi conseguono il diploma di ragioneria presso lo storico Istituto tecnico Daverio di Varese e in seguito quello di ottica e optometria.

Sia la formazione commerciale che quella tecnica consentono ai due fratelli di subentrare nel negozio con cognizione di causa.

Sul piano familiare gli anni settanta vedono la comparsa della terza generazione: dal matrimonio di Luigi con Loredana Vojak – figlia di un noto calciatore degli anni trenta – nascono Giovanni, Francesca e Ilaria; da Aldo e Maria Bai nascono Emanuele e Paola.

Durante gli anni settanta l’affiancamento di Luigi consente alla madre, divenuta nonna, di programmare la successione e di ritirarsi gradualmente dall’attività; inoltre con la competenza acquisita nel corso degli studi può seguire e dare nuovo impulso all’attività di servizio e vendita legata all’ottica. Nel 1982, dopo l’ingresso di Aldo, la posizione di Angela passa da quella di “socio operante” a quella di “socio non operante”. Il fatto che la sua abitazione rimanga sopra il negozio fino alla sua scomparsa nel 2010, la rende comunque una presenza rassicurante sia per i figli che per la clientela storica. Intanto, con il cambio della toponomastica cittadina, nel 1980 l’indirizzo di corso Roma 19 diventa corso Aldo Moro 19.

I fratelli Luigi e Aldo Ossola, dallo sport al commercio

Nel corso degli anni ottanta il commercio al dettaglio dei preziosi è interessato da un’evoluzione che i fratelli Ossola colgono con tempismo.

La domanda del cosiddetto “oro a peso” – collanine, medaglie, anelli stampati in quantità seriale – va diminuendo drasticamente mentre si afferma rapidamente il mercato dei gioielli artigianali e di design.

Il costo del materiale diminuisce in relazione all’aumentato peso economico della progettazione e della lavorazione degli oggetti.

Gli Ossola iniziano a dedicare un angolo del negozio all’esposizione di articoli firmati da grandi nomi della gioielleria (per primo il milanese Misani) aumentando poi gradualmente la presenza di questi articoli e di conseguenza il loro peso nel fatturato della società.

Nel corso degli anni vengono stretti accordi con importanti produttori di gioielli italiani (Pasquale Bruni, Crivelli e Vhernier, tutti di Valenza Po) e stranieri.

Attualmente la vendita di oggetti in oro stampato viene mantenuta solamente per soddisfare le esigenze dei clienti più affezionati. La capacità di prendere decisioni strategiche sul futuro dell’impresa deriva anche dal fatto che in questa fase Aldo comincia a frequentare fiere e mostre in Italia e all’estero che gli consentono di mantenersi aggiornato su gusti e tendenze nel settore dei gioielli e degli orologi di lusso. Le principali differenze nel trattare queste due tipologie merceologiche derivano dal grado di autonomia di cui gode il dettagliante nelle scelte di acquisto. Mentre per i gioielli vi sono rapporti di fiducia consolidati con fornitori principalmente italiani, nel campo dell’orologeria gli articoli sono per lo più di provenienza svizzera e le case produttrici hanno voce in capitolo nella promozione di specifiche collezioni e articoli.

La struttura operativa del negozio rimane limitata esclusivamente al banco: oltre ai due fratelli il numero dei dipendenti non supera mai le due unità e la maggior parte delle lavorazioni post vendita vengono affidate a laboratori esterni.

Nel 1989 la società di fatto “Eredi di Ossola Gino” viene trasformata in società in nome collettivo e la nuova denominazione diventa “Ossola di Ossola Luigi e Aldo”. La madre Angela Civelli devolve ai due la propria quota ed esce dalla società.

Durante gli anni novanta si affacciano al mondo del lavoro i figli dei due titolari ed emerge ben presto l’interesse di Emanuele a proseguire nell’attività di famiglia. Il figlio maggiore di Aldo, dopo aver conseguito il diploma di ragioneria a Varese, frequenta a Milano l’Istituto europeo di design seguendo corsi sulla progettazione e realizzazione dei gioielli. Dopo aver fatto alcune esperienze di lavoro a Milano presso designer e laboratori specializzati viene assunto in negozio nel 2000. Anche Emanuele, per non smentire il dna familiare, fa esperienza nella pallacanestro a livello dilettantistico e per qualche anno padre e figlio giocano insieme in Prima divisione. Nel corso dei primi anni trascorsi in negozio il nipote ha la possibilità di conoscere da vicino la nonna Angela e di fare tesoro della sua esperienza.

Dal 2004 la società in nome collettivo viene trasformata in sas con l’ingresso nella compagine sociale in veste di soci accomandanti delle mogli di Luigi e di Aldo, Loredana e Maria. Negli ultimi anni la parte di attività legata all’ottica, che richiede una disponibilità crescente di spazi e di investimenti in tecnologia, è passata in secondo piano rispetto al settore gioielleria e orologeria, in cui predominano fattori più strettamente commerciali. In questa scelta hanno certamente influito anche la suddivisione di competenze tra Luigi e Aldo e la decisione di puntare sulla formazione di Emanuele per la successione alla guida dell’impresa.

Dati anagrafici

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Denominazione sociale: Ossola di Ossola Luigi e Aldo & c. sas

Forma giuridica: società in accomandita semplice

Attività principale: gioielleria, orologeria e ottica

Settore: commercio

Indirizzo: corso Aldo Moro, 19 – 21100 Varese

Tel 0332-281020
E-Mail info@gioieelleriaossola.com
Sito Web http://www.gioielleriaossola.com

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