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Disegno ad acquarello della sistemazione di un giardino privato. Anni cinquanta, Archivio d'impresa.

Santino Gervasini e i suoi figli Antonio e Pasquale

Pasquale Gervasini. Primi anni dieci del Novecento. Archivio d'impresa.Le ville storiche che con i loro giardini monumentali abbelliscono da secoli la città di Varese e i suoi dintorni sono state anche un importante volano per lo sviluppo economico della città. Nella provincia meno contadina della Lombardia, il settore connesso alla realizzazione e manutenzione del verde ha un peso rilevante nel complesso del comparto agricolo, facendo del territorio varesino uno dei distretti florovivaistici italiani. Quella della famiglia Gervasini e della loro impresa è una storia significativa in quanto si sviluppa per oltre un secolo parallelamente all’evoluzione del territorio e dell’economia varesini.

Santino Gervasini (1850-1924) impara fin da giovane a prendersi cura dei fiori e delle piante nelle ville di Sant’Ambrogio Olona, paese d’origine della sua famiglia. Nei giardini dell’epoca si dedicava molta attenzione e molto lavoro alla coltivazione dei fiori, sia in giardino che in serra. Svolto l’apprendistato accanto ai giardinieri più esperti e appreso il mestiere, Santino decide di compiere il passaggio dall’impiego come giardiniere in una singola villa all’attività in proprio, per offrire i propri servizi ad una platea di clienti in rapida espansione.

Diploma di 1° premio conferito alla Ditta Gervasini in occasione della Fiera dei fiori promossa dal Comune di Varese nel 1938. Archivio d'impresa. Dal matrimonio di Santino con Emilia Macchi (1850-1909) nascono Antonio (1883-1945), Pasquale (1897-1945) e Vittoria. Dopo un periodo di apprendistato con il padre, nel 1921 i due fratelli costituiscono la loro impresa, la Fratelli Gervasini, con sede in via Sacro Monte 5 a Sant’Ambrogio Olona, comune che verrà accorpato a quello di Varese sei anni più tardi. La loro attività continua ad essere quella di servizio al verde privato, con una specializzazione nella cura delle colture floreali. L’alta professionalità viene sancita da un diploma della Società orticola varesina del 1922, primo dei numerosi riconoscimenti dati all’impresa nel corso della sua attività.

Vivai della Floricoltura Fratelli Gervasini a Sant'Ambrogio Olona. 1930, Archivio d'impresa.L’organico resta relativamente limitato e i lavori sono su scala limitata ma cresce la reputazione del nome Gervasini e i fratelli proseguono in società per vent’anni, fino alla fine del 1940. Con Antonio e Pasquale, impegnati anche nelle attività politiche del Regime, c’è spesso a lavorare anche la sorella Vittoria, detta Vittorina. La divisione del lavoro internamente alla famiglia segue da sempre un criterio preciso: le donne si occupano della vendita dei fiori e delle composizioni floreali, mentre gli uomini seguono i lavori di giardinaggio e i rapporti con i committenti, i lavoratori e i fornitori.

Pasquale Gervasini segue i lavori di trapianto di un grande esemplare. Anni venti – trenta, Archivio d'impresa.Nel 1941 i due fratelli decidono di separarsi e nascono così la Floricoltura Pasquale Gervasini con sede in via Magenta 1, nel centro di Varese e la Floricoltura Antonio Gervasini che rimane in via Oriani a Sant’Ambrogio. Alla morte di Antonio nel 1945, quest’ultima impresa passa alla vedova Maria Daverio e al figlio Santo e prosegue la propria attività fino al 1968 con il nome “Floricoltura Antonio Gervasini di Santo Gervasini”. La famiglia di Pasquale, che ha sposato Rosa Nicolini (1899-1976) nel 1919 si è ampliata negli anni venti e trenta con la nascita di Dante (1922-1944), Franco (1925-1945), Mario (1929-1981) ed Enrico (1937), ma viene decimata nel periodo bellico durante il quale perdono la vita Dante e Franco. Alla morte di Pasquale nell’autunno del 1945 Mario è appena sedicenne e le sorti dell’impresa poggiano sulle spalle della vedova Rosa Nicolini.

Rosa Nicolini e i figli Mario ed Enrico

Disegno ad acquarello della sistemazione di un giardino privato. Anni cinquanta, Archivio d'impresa.Nell’aprile 1949 l’impresa viene ricostituita da Rosa Nicolini come ditta individuale: Floricoltura Pasquale Gervasini di Nicolini Rosa vedova Gervasini. La sede resta inizialmente quella di via Magenta 1, dove si trova un piccolo negozio di fiori, ma nel corso degli anni vengono aperti altri negozi, vivai e centri per la coltivazione in serre. L’impresa continua la manutenzione del verde nei giardini privati ma sotto la guida di Rosa Nicolini si afferma anche nella vendita di fiori recisi e di composizioni floreali. Nell’affiancamento della madre si sono intanto formati i figli Mario e Enrico, cui si deve il rilancio dell’attività nel settore della realizzazione e manutenzione del verde.

Mario Gervasini in Riviera. 1951, Archivio d'impresa.

Nella scia del cosiddetto boom, l’impresa cresce molto rapidamente, adattandosi alle necessità di un mercato in evoluzione. Integrandosi con la filiera dell’edilizia, la Gervasini si propone per interventi su scala più ampia, sia per la committenza privata che per le pubbliche amministrazioni. Vengono realizzate aree verdi per nuovi complessi residenziali e per insediamenti industriali , ampliando anche l’area geografica di intervento. Grazie ad un rapporto che si consolida negli anni, l’Eni affida alla Gervasini la realizzazione e la manutenzione del verde in numerose aree di servizio autostradali, impianti industriali (Gela, Pisticci, Ferrara) e centri direzionali (Eur a Roma e Metanopoli a San Donato Milanese). Dal 1959, conclusi i lavori di piantumazione di Metanopoli la Gervasini ha mantenuto una sede operativa a San Donato Milanese per gestire più facilmente i lavori nelle aree di Milano e Pavia.

Dopo la morte di Enrico Mattei l’impresa realizza e dona all’Eni, su progetto del grande paesaggista Pietro Porcinai, il parco memoriale di Bascapè (Pv). Nel gennaio 1966 i due fratelli entrano in società con la madre e il capitale di 300.000 lire viene suddiviso in parti uguali tra i tre soci. La sede principale era già stata trasferita da alcuni anni con l’abitazione in via Oriani, mentre l’attività commerciale prosegue con un negozio in via Avegno e un chiosco in piazza della Repubblica. L’impresa cresce anche sul piano numerico e il personale impiegato raggiunge un massimo di 80 persone tra gli anni sessanta e settanta.

Area commemorativa Enrico Mattei a Bascapé (PV). La cornice che circonda l'area è di Taxdodium distichum, una delle poche conifere a foglia caduca che si colorano di rosso in un periodo che corrisponde alla data dell'incidente in cui perse la vita Mattei (27 ottobre 1962). Nel settembre 1970 viene inaugurata la nuova sede in via Saffi alla presenza dell’allora ministro dell’agricoltura Lorenzo Natali. Oltre ad uffici, vivaio e serre, nella nuova sede viene aperto uno dei primi garden center in Italia. Si tratta di un’esperienza pionieristica che darà con gli anni ottimi risultati economici e di immagine. Accanto alla nuova sede viene costruita anche una palazzina a due piani i cui appartamenti vengono assegnati alle famiglie dei capisquadra. In questo modo l’impresa consegue due risultati: da un lato consolida il rapporto con i propri collaboratori più importanti e dall’altro ottimizza la propria organizzazione del lavoro, in cui è fondamentale la presenza dei capisquadra sin dalle prime ore del mattino.

Pubblicità delle attività commerciali in via Saffi a Varese. Sulla destra il Centro Giardino Gervasini. Metà anni ottanta, Archivio d'impresa.Nel luglio 1970 l’impresa si trasforma da società di fatto in società in nome collettivo con un aumento di capitale da 300.000 lire a 30 milioni. Mario è socio di maggioranza con quasi due terzi del capitale, Enrico vi ha una quota di poco inferiore a un terzo e la madre Rosa mantiene la quota simbolica di 100.000 lire. Nei mesi successivi tuttavia Enrico esce dalla compagine dei soci e il capitale viene decurtato della sua quota, mentre Rosa ritira la propria quota di capitale ma resta come socio d’opera. Al termine di questi assestamenti la società muta la ragione sociale in Floricoltura Pasquale Gervasini di Mario Gervasini e C. snc ed è composta da Mario come socio del capitale e da Rosa come socio d’opera. Enrico intraprende una carriera nello stesso settore come professionista e attualmente presiede la Società orticola varesina. Oltre che dall’anziana madre, Mario viene assistito nel lavoro dalla moglie Maria Luisa Bottelli (1928), sposata nel 1952 e madre dei gemelli Pasquale e Patrizia (1953).

Mario Gervasini e il figlio Pasquale. L’internazionalizzazione

Locandina della mostra delle piante ornamentali e delle attrezzature floricole tenutasi a Villa Ponti a Varese nel 1972. Archivio d'impresa.Nella nuova sede di via Saffi l’impresa di Mario Gervasini prosegue la dinamica espansiva. I criteri della progettazione urbanistica sono sempre più sensibili alla domanda crescente di verde privato e pubblico. Le pubbliche amministrazioni, divenute proprietarie di parchi e ville patrizie, trovano crescenti difficoltà a mantenere un proprio organico di giardinieri e preferiscono affidare i lavori ad imprese specializzate. Anche con le nuove realizzazioni di impianti sportivi e giardini pubblici gli enti pubblici aumentano la propria capacità di spesa alimentando l’attività di tutto il settore.

La Gervasini ha intanto ampliato la propria offerta di servizi con la manutenzione di grandi impianti sportivi, settore nel quale l’impresa conosce numerosi successi in Italia e all’estero: dal 1968 al 1990 ha curato il manto erboso dello stadio Meazza di Milano, per molti anni i campi del Milan a Milanello e dal 1981 ad oggi è responsabile dei campi di allenamento dell’Inter ad Appiano Gentile (Co). Nel 1990 alla Gervasini viene affidata la rigenerazione del campo da calcio del Parco dei Principi a Parigi, lavoro compiuto in tempi record .

Stadio Parco dei Principi a Parigi. Intervento di trasemina dopo il concerto dei Rolling Stone. 1990, Archivio d'impresa.Nel 1976 viene a mancare Rosa Nicolini, per decenni colonna portante della famiglia e dell’impresa. A Rosa subentra come socio d’opera la moglie di Mario, Maria Luisa. L’anno successivo entra nell’impresa anche loro figlio Pasquale, appena laureatosi in Agraria e che già in tenera età aveva seguito il padre in occasioni di lavoro. Nell’arco di pochi anni egli porta la propria competenza nella struttura produttiva e accresce rapidamente le proprie responsabilità direttive. Anche sul piano del ruolo dell’imprenditore e dei suoi doveri etici e sociali Pasquale ha fatto tesoro dell’insegnamento paterno. Nel 1979 Pasquale è nominato procuratore della società e nel 1980 i due soci d’opera, Pasquale e la madre Maria Luisa, concorrono ad un aumento di capitale che li porta a condividere in parti uguali con Mario la proprietà dell’impresa. Il 1981 è l’anno della prematura scomparsa di Mario Gervasini. Il passaggio è traumatico ma non crea gravi contraccolpi nell’organizzazione: Pasquale è ormai ben inserito e Maria Luisa, che segue direttamente il garden center è una presenza esperta e affidabile. Nel 1983 viene decisa la trasformazione da società in nome collettivo a società a responsabilità limitata. Restano gli stessi soci al 50 per cento ciascuno: Pasquale Gervasini, che è amministratore unico, e la madre Maria Luisa Bottelli, procuratore ad negotia.

Pasquale Gervasini. 1992, Archivio d'impresa.Tra la seconda metà degli anni settanta e i primi anni ottanta la Gervasini porta a termine alcuni lavori di considerevoli dimensioni nell’area del Golfo persico. Il primo è un lavoro sull’isola di Lavan in Iran, dove l’Eni ha un impianto di estrazione con annesso villaggio per i dipendenti e dove la Gervasini realizza a partire da zero un grande giardino. Il secondo appalto viene affidato alla Gervasini dal governo di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti: un progetto per mitigare il clima desertico con la piantumazione di un’area di 430 ettari nei pressi della città di Al Ain. Le commesse vengono portate a termine con successo ma in entrambi i casi vengono costituite per prudenza delle apposite società di capitali, in modo da mantenere la società di famiglia estranea ad ogni imprevedibile sviluppo.

Trattamento fitosanitario delle piante poste a dimora nelle parcelle nel deserto degli Emirati Arabi Uniti a Al Ain. 1979, Archivio d'impresa.Un altro importante committente che garantisce continuità di lavoro per molti anni è la Fiera di Milano che affida alla Gervasini la realizzazione di aiuole e allestimenti temporanei. In questo periodo l’impresa si dota anche di una sede milanese con magazzino, attiva dal 1980 al 2004 nei dintorni della Fiera campionaria. I punti vendita di Varese in via Avegno e in piazza della Repubblica vengono chiusi tra il 1979 e il 1983. Attorno al 1990 Pasquale prende la difficile decisione di abbandonare la coltivazione in serra delle piantine annuali come i ciclamini, le primule e le stelle di natale, attività che nei decenni precedenti era stata uno dei fiori all’occhiello della Gervasini. La scelta è obbligata: i costi dell’energia necessaria al riscaldamento delle serre e della manodopera sono diventati troppo gravosi in un mercato internazionale fortemente competitivo per la qualità e il prezzo dei prodotti.

Gli ultimi vent’anni di attività

Un intervento di recupero ambientale in Val Ceresio. 2005, Archivio d'impresa.Nell’ultimo periodo l’impresa ha perseguito lo sviluppo dell’attività di costruzione e manutenzione di aree verdi. Le competenze acquisite e maturate all’interno dell’organizzazione consentono di seguire le diverse fasi di cui si compone il lavoro: dalla progettazione al cantiere, dalla posa delle essenze arboree alla messa a punto di impianti di irrigazione e drenaggio. Secondo Pasquale Gervasini vi è stata da parte della committenza pubblica una presa di coscienza dell’importanza che la qualità del verde pubblico ha nel benessere dei cittadini. Rispetto al passato sono diminuiti gli appalti per la realizzazione di impianti sportivi mentre nella costruzione di giardini pubblici, anche i più piccoli, si pone molta cura nel pianificare la manutenzione dei prati e delle piante.

Pubblicità sulla rivista Acer. Metà anni novanta, Archivio d'impresa.Un altro ambito in cui in questi anni è molto cresciuta l’attenzione delle pubbliche amministrazioni è quello della riqualificazione ecologica di aree urbane e periurbane. Un campo di intervento questo, in cui l’impresa ha deciso di investire a partire dagli anni ottanta e in cui oggi eccelle per competenze tecniche e capacità realizzative. Per l’organizzazione del lavoro oggi si riesce a ridurre di molto la sfera di incertezza dovuta alle condizioni meteorologiche: grazie ad un’estesa rete informativa la direzione dell’impresa riesce a pianificare con una certa affidabilità quali lavori eseguire e in quali tempi. Anche la fatica fisica del lavoro è andata attenuandosi con l’utilizzo di macchine e tecniche più evolute. L’accentuato carattere stagionale che caratterizzava in passato questo lavoro è stato limitato nel corso degli anni da altre innovazioni, come la coltivazione in vaso delle piante da vivaio che possono così essere trapiantate in ogni mese dell’anno. Permane invece il condizionamento stagionale dovuto alla luce naturale, che continua a scandire le giornate di lavoro dall’alba al tramonto.

La palazzina uffici in via Saffi. 2011, Archivio fotografico Centro per la cultura d'impresa.L’attività di vendita presso il garden center di Varese e presso il negozio di San Donato Milanese, pur rappresentando una piccola percentuale del fatturato annuale, garantisce una continuità di lavoro e una diffusa visibilità presso gli appassionati di giardinaggio. Nella progettazione paesaggistica la diffusione delle tecnologie informatiche ha cambiato completamente il lavoro con l’uso di software per il disegno e per il rendering dei progetti. L’organico della Gervasini si è assestato da molti anni tra le 45 e le 50 persone, suddivise geograficamente tra Varese, San Donato e i diversi cantieri aperti. Nel comparto agricolo le imprese florovivaistiche sono tra quelle che ancora necessitano di una maggior quantità di manodopera.

Passaggio di consegne tra Pietro Maestroni, secondo da sinistra, e Pasquale Gervasini, quarto da destra, nel ruolo di presidente di Confagricoltura di Varese. 1992, Archivio d'impresa.In un periodo di crisi generalizzata come il presente questo fattore sta facendo esplodere la piaga del lavoro nero, molto diffuso soprattutto nel campo della manutenzione del verde. Le strutture di formazione professionale sono carenti e come in passato la miglior scuola di giardinaggio è l’affiancamento al personale esperto. Sono invece più diffuse di un tempo le competenze specialistiche, come quelle di paesaggisti e agronomi. L’impresa è una storica associata alla Confagricoltura di Varese, di cui Pasquale Gervasini è presidente da quasi vent’anni. Nel corso del 2011 la Pasquale Gervasini srl ha ottenuto le certificazioni di qualità ISO 14001 e ISO 18000, relativamente alla tutela dell’ambiente e della salute dei lavoratori, mentre risale al 1999 la certificazione ISO 9001. L’attenzione alla qualità è anche testimoniata dalla presenza di una ricca collezione di diplomi e premi che accompagnano l’attività dell’impresa a partire dagli anni venti del Novecento.

Dati anagrafici

Gervasini

Denominazione sociale: Floricoltura Pasquale Gervasini srl

Forma giuridica: società a responsabilità limitata

Attività principale: progettazione, realizzazione e manutenzione di verde pubblico, privato e sportivo

Settore: agricoltura

Indirizzo: via Saffi 126
21100 Varese
Tel 0332-227789
Fax 0332-228802
Sito web http://www.gervasini.it E-Mail info@gervasini.it

Genealogie

I segni dell'impresa

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