
Dalla nascita della birra Poretti agli anni venti del Novecento (1877-1919)
Angelo Poretti, nato nel 1829 a Vedano Olona, decide di lasciare in gioventù la provincia varesina per andare a lavorare tra Austria, Germania e Boemia prima come manovale, poi come operaio e infine come appaltatore di alcune linee ferroviarie.
A metà degli anni Settanta, insieme alla moglie la boema Franziska Peterzilka, decide di tornare in Italia e d’investire la discreta ricchezza accumulata nella produzione della birra che tanto successo incontra nell’Europa centrale. La sua idea è quella di introdurre in Italia un nuovo tipo di birra – la boema Pilsner – che rispetto a quelle vendute fino a quel momento (la “Vienna” e la “Chiavenna”) è più leggera ed è prodotta con ingredienti di prima qualità. Della bontà dell’iniziativa si è convinto attraverso la sua lunga esperienza mitteleuroepa. A Induno Olona individua l’area dove costruire il proprio impianto. Si trova in prossimità delle grotte della Valganna, dove c’è una sorgente, detta “fontana degli ammalati”, molto famosa non solo nel circondario ma persino a Milano per i suoi effetti definiti “miracolosi”. Angelo Poretti acquista entrambi con un effetto pubblicitario immediato: l’acqua della “fontana degli ammalati” diventa la base della sue birra.
In breve, acquista la fabbrica della cessata Amideria del Dones, fa arrivare dall’estero macchinari, materie prime e il primo mastro birraio. L’impresa, creata nel 1877 e formalizzata tre anni dopo con la costituzione della Poretti Angelo e C., conquista una grande popolarità qualche anno dopo, nel 1881, in occasione dell”Esposizione Universale che si tiene a Milano. L’elegante chalet svizzero che ospita l’azienda varesina, infatti, è letteralmente preso d’assalto da una folla di visitatori che vuole assaggiare la pilsner italiana. Negli anni seguenti, l’impresa cresce e questo nonostante un mercato allora come adesso caratterizzato da consumi pro-capite molto bassi rispetto alle media europea (oggi siamo intorno ai 30 litri) e un’estrema frammentazione dei punti vendita.
Oltre alla sua esperienza imprenditoriale, Angelo Poretti è attivo anche nella vita pubblica ed economica. Negli anni, infatti, ricopre la carica di consigliere comunale a Varese e di sindaco a Vedano Olona, mentre a metà anni ’80 viene nominato presidente del Comitato permanente dell’associazione dei birrai. Non ha figli e alla sua morte, nell’ottobre del 1901, gli succedono i nipoti (figli delle sorelle) Edoardo Chiesa, i fratelli Angelo e Tranquillo Magnani e Francesco Bianchi (scomparso nel 1918).
Fino allo scoppio della prima guerra mondiale, l’azienda fa registrare risultati molto positivi tanto da inserirsi stabilmente al vertice della graduatoria nazionale per ettolitri di birra prodotti. Intanto, nel 1905, le accresciute esigenze produttive hanno spinto i due nipoti a rinnovare l’impianto produttivo di Induno Olona. Il progetto viene affidato allo studio tedesco Bihl e Woltz, che realizza uno stabilimento in puro stile Jugendstil in grado di coniugare perfettamente tecnologia industriale con l’arte.
Gli eredi di Poretti e la cessione dell’impresa alla famiglia Bassetti (1920-1974)
Nel dicembre del 1922, l’impresa si trasforma in società anonima per attrarre nuovi capitali e per avviare un nuovo processo di rimodellamento gestionale e organizzativo. L’operazione riesce ed è proprio il Credito Varesino ad entrare nel capitale sociale e questo rende possibile iniziare i lavori di ampliamento, realizzato in più fasi, del complesso produttivo. Nel maggio del 1924, proprio quando il mercato ricomincia ad inviare segnali di normalità dopo il difficile dopoguerra, scompare Angelo Magnani.
Le conseguenze della grande crisi mondiale scoppiata nell’autunno del ’29, sono pesanti anche per la S.A. Birra Poretti. La produzione di birra, infatti, crollava dai 120 mila ettolitri del 1922 ai 14 mila del 1934. Nello stesso anno, muore Tranquillo Magnani e a dirigere l’impresa rimane il solo Edoardo Chiesa. Sono anni difficili, la particolare congiuntura spinge i consumi al ribasso e tra questo non può mancare anche la birra. Ormai sull’orlo della chiusura, nel gennaio del 1939, l’azienda viene salvata dalla famiglia Bassetti, che peraltro è già presente nel settore essendo proprietaria del birrificio Spluga di Chiavenna.
Dal dopoguerra in avanti, sotto la guida del commendatore Giannino Bassetti , si concretizza il rilancio dell’impresa che arriva a produrre oltre mezzo milione di ettolitri di birra. Nel 1957, l’intera attività dello stabilimento chiavennasco della Birra Spluga è concentrato nell’impianto di Induno Olona. Nello stabilimento varesino lavorano fino a duecento operai, di cui un gran parte donne che si occupano solo dell’imbottigliamento. La manodopera femminile, tra gli anni ’60 e ’70, viene completamente sostituita da quella maschile. La crescita dell’impresa avviene non solo diversificando la produzione di birra, ma anche potenziando la struttura e la rete commerciale.
Il lancio nel 1969 di un marchio destinato ad un grande successo come quello “Splügen Bock” e il lancio delle prime birre “dry” sono anche la concreta testimonianza dell’attività di ricerca e sviluppo svolta all’interno del laboratorio aziendale, che arriva alla fine degli anni Sessanta ad occupare una quindicina di tecnici. Lo shock petrolifero del 1973, tuttavia, ha conseguenze pesanti sulla vita dell’impresa varesina, che proprio in quel momento, con l’acquisizione dello stabilimento Henmed di Ceccano, che produceva col marchio “Skol”, nel Frusinate, sta tentando di allargare all’Italia centrale e meridionale il proprio mercato di vendita.
Dagli anni Settanta al Duemila
Al forte rincaro delle principali voci di costo (materie prime, trasporti, energia, etc.) la Poretti risponde con alcuni tagli nell’organico, ma soprattutto siglando nel 1975 un accordo con il gruppo Carlsberg (ai tempi denominato United Breweries A/S in seguito alla fusione del 1970 tra Tuborg e Carlsberg) per la produzione e la commercializzazione dei marchi “Tuborg” e “Carlsberg” in Italia. In questi anni è presidente della società Aldo Bassetti, nipote di Giannino. Oltre al salvare la Poretti da un periodo di crisi, per la casa danese si tratta anche di utilizzare l’impresa varesina come veicolo di lancio per i due importanti marchi. L’acquisto di una società locale per entrare su nuovi mercati, peraltro, rientra in una tipica modalità di inserimento utilizzata dalle multinazionali. L’arrivo del colosso danese coincide con l’entrata in funzione di una nuova sala di cottura che sostituisce quella realizzata nel 1908, con una sempre maggiore automazione del processo produttivo e con lo scontato effetto sul numero di occupati che passa dai trecento a poco più di un centinaio.
Questa prima fase d’internazionalizzazione, peraltro, non porta ad uno sfilacciamento con la comunità locale che, anzi, continua a riconoscersi nell’impresa fondata da Angelo Poretti (a cui nel 2009 è stata intitolata una via di Induno Olona). Ad esempio, le feste della birra organizzate a partire dai primi anni ’80 arrivano a richiamare dal territorio fino a 5 mila persone, tante da costringere gli organizzatori del Cral aziendale a sospenderle, sul finire del decennio, dovuti all’eccesso di pubblico. La Poretti, inoltre, è anche luogo per un esperimento sindacale, proseguito anch’esso per gli anni ’80, in accordo con la vicina fabbrica della Lindt. Sfruttando la diversa stagionalità della produzione (estiva per la birra, invernale per il cioccolato), infatti, ad una ventina di operai viene applicato da ciascuna azienda un contratto semestrale di part-time verticale, assicurando in questo modo la piena occupazione lungo tutto l’anno.
Intanto, nel novembre del 1982, il gruppo danese ha acquistato dalla famiglia Bassetti il 50% del pacchetto azionario dell’impresa e parallelamente il capitale sociale viene portato a 7 miliardi di lire. Nel 1998, proseguendo così in quel processo di sviluppo e di internazionalizzazione, il gruppo Carlsberg acquista un altro 25% del capitale arrivando così a detenerne il 75% e contemporaneamente la denominazione si trasforma in Carlsberg Italia Spa.
Gli anni Duemila
Nel 2002, ancora sotto la presidenza di Aldo Bassetti, la multinazionale danese – fondata a Copenaghen nel 1847 dal mastro birraio J. C. Jacobsen – acquista il restante 25% e ottiene così la piena proprietà dell’impresa di Induno Olona. Sul piano organizzativo, si è scelto di trasferire gli uffici amministrativi nella sede di Lainate, alle porte di Milano alla fine del 2004. La complessità e le difficoltà che contraddistinguono gli anni Duemila portano ad una razionalizzazione strategica di sistema. Le funzioni di ricerca , così come la predisposizione delle materie prime (maltazione dell’orzo), non possono più essere frammentate nei singoli stabilimenti, al pari delle funzioni finanziarie. Anche la produzione poi richiede la concentrazione in stabilimenti in grado di lavorare elevate quantità per sfruttare le economie di scala. In questo scenario, che ha inoltre come sfondo una situazione di mercato sempre più complessa, si rende quindi necessario concentrare l’attività produttiva unicamente nello stabilimento di Induno Olona .
La produzione viene progressivamente indirizzata verso prodotti di qualità medio-alta e questo per assecondare i gusti del consumatore italiano che, come si è detto, beve poco rispetto ad altri ma quel poco deve essere di qualità. Il ciclo produttivo, sfruttando così le sinergie del gruppo, inizia con l’arrivo dall’estero dell’orzo maltato che viene stivato in silos. Insieme alle altre materie prime, poi, viene miscelato e cotto nella nuovissima (2008) sala di cottura sotterranea dotata di moderni impianti tecnologici e situata esattamente sotto la vecchia sala con le attrezzature in rame.
Tra i marchi prodotti e commercializzati da Carlsberg Italia Spa – in totale 1 milione e 500 mila ettolitri di birra – troviamo tutti i marchi “Carlsberg” e “Tuborg” più, tra i tanti, “Splügen” e “Birrificio Angelo Poretti”. A questo si aggiunge la commercializzazione in esclusiva in Italia di alcuni importanti marchi internazionali, come ad esempio “Corona”.
E proprio per sviluppare al meglio la rete distributiva, essenziale in un mercato come quello italiano estremamente frammentato, è stata creata T&C Italia, un network distributivo dedicato alla distribuzione del settore commerciale dell’industria alberghiera e della ristorazione (Horeca – hotel, restaurant, café). Il gruppo Carlsberg – che attualmente conta oltre 45 mila dipendenti, oltre 500 marchi di birra presenti in 150 mercati mondiali – ha recentemente lanciato in Italia “Tuborg DraughtMasterTM” un innovativo ed esclusivo sistema di spillatura della birra in grado di conservare la freschezza del prodotto più a lungo e quindi particolarmente adatto ai punti vendita che presentano un basso consumo.
Dati anagrafici
Denominazione sociale: Carlsberg Italia spa
Forma giuridica: società per azioni
Attività principale: produzione e commercio all’ingrosso di birra e bevande alcoliche e analcoliche
Settore: industria
Indirizzo sede legale: via Ramazzotti 12, 20020 Lainate (Mi)
Indirizzo stabilimento: via Olona 103, Induno Olona (Va)
Tel 02 93536911
e-mail info@carslberg.it
sito internet: www.carlsbergitalia.it
www.birrificioporetti.it