
L’apprendistato imprenditoriale e la fondazione dell’impresa
Ferrarese di nascita, nel 1912, Severino Artioli, all’età di soli sette anni, si reca a bottega, nel doposcuola, per imparare il mestiere di calzolaio. Alla fine della guerra, acquista un banchetto con tutti gli arnesi necessari e comincia a lavorare per proprio conto.
Le calzature, infatti, sono ancora tutte fatte a mano, su misura, e sono ancora rare le esperienze di industrializzazione della lavorazione della scarpa . Fra queste, nasce proprio a Ferrara una delle prime fabbriche di calzature pret à porter, la Zenith, che avvia la produzione con macchine di provenienza statunitense prese soprattutto a noleggio. Severino Artioli viene assunto da questo calzaturificio, facendo rapidamente carriera al suo interno. Le speranze di nomina a direttore, dopo la morte improvvisa del proprietario, di cui Artioli è il beniamino, vengono però disattese dalla scelta, per questa posizione, di un altro tecnico. Severino Artioli, offeso e deluso, si licenzia quindi dalla Zenith ed inizia un lungo periodo di consulenza in vari calzaturifici per tutto il centro e il nord Italia.
Nel 1932, Artioli diviene dirigente del Calzaturificio di Tradate; tre anni dopo, anche per evitare la chiamata alle armi per la guerra di Abissinia, lascia Tradate e lavora per il calzaturificio Battistini di Forlì, fornitore di calzature per l’esercito. Artioli è esonerato dalla chiamata militare e ciò si ripete anche quando nel 1940 ritorna al Calzaturificio di Tradate come direttore generale . Nel 1945 Severino Artioli decide di coinvolgere nel progetto di creare una propria fabbrica due colleghi del calzaturificio di Tradate: Angelo Millefanti, modellista di Busto Arsizio, e Eugenio Stefanotti, ex-direttore dei negozi “Tradate”.
Nasce così il Calzaturificio Star srl. Il nome scelto richiama i nomi di due dei tre soci ma risente soprattutto della popolarità che i termini anglosassoni riscuotono in Italia nel dopoguerra. La lavorazione di Artioli si distingue per il suo carattere di alto artigianato; lo stabilimento passa in breve tempo da 7 a 110 operai, con una produzione di circa 36.000 paia annuali. Nel 1955 muore Stefanotti, gli eredi cedono la loro quota ad Artioli e Millefanti e la ragione sociale dell’impresa cambia in “Calzaturificio Star di Artioli e Millefanti snc”. Due anni dopo viene costruito un nuovo stabilimento e la sede viene spostata, sempre a Tradate, in via Meucci 12.
Gli anni cinquanta e sessanta
Alla fine degli anni cinquanta, entra nell’impresa Vito, secondo dei quattro figli di Severino, prescelto dal padre a continuare nell’attività. Abile nel disegno e creativo, Vito Artioli da sempre aiuta il padre nell’impresa, soprattutto nei periodi estivi.
Conclusi gli studi in Italia, svolge una lunga e formativa esperienza negli Stati Uniti dove studia anche marketing e pubbliche relazioni al Mit di Boston. Tornato in Italia, approfondisce le proprie competenze nel settore calzaturiero conseguendo il diploma di modellista e stilista calzaturiero presso l’Ars sutoria di Milano. Forte dell’esperienza maturata e delle competenze acquisite, Vito Artioli comincia ad occuparsi della vendita delle proprie calzature, in quel momento destinate per l’80% ai negozi del Calzaturificio di Varese. I loro ordini non sono però soddisfacenti: non solo i negozi pagano poco, ma costringono la Star a produrre modelli che Vito Artioli considera ormai vecchi e superati.
Egli decide così di iniziare a disegnare la sua collezione su basi completamente innovative e, al tempo stesso, stilisticamente raffinate nelle forme, nel disegno e nei materiali. Queste nuove collezioni, pur ispirandosi alla tecnica artigianale di papà Severino che garantisce al prodotto leggerezza, calzabilità e una solidità quasi incorruttibile dal tempo, permettono a Vito di mettersi in luce dapprima nella vicina Svizzera e subito dopo nel Benelux, Francia ed Inghilterra. Il successo è tale da spingerlo a tentare la fortuna negli Stati Uniti: si allacciano inoltre legami stabili con negozi di abbigliamento statunitensi, che apprezzano il nome italiano Artioli più dell’anglosassone Star, e il successo di vendita sancisce la nascita del brand “Vito Artioli”. Nel 1966 viene liquidato il socio Millefanti e la denominazione sociale cambia in Calzaturificio Star di Artioli Severino e Vito snc. Negli Usa il successo delle sue scarpe innovative , anche per l’uso di pellami esotici, soprattutto lo struzzo, è tale da fornirgli i capitali necessari per un decisivo ammodernamento degli impianti e delle strutture dell’impresa.
Gli anni settanta e ottanta
Nel 1973 il Calzaturificio Star assume la forma della società per azioni: Vito Artioli è amministratore unico della società, con il padre come procuratore speciale.
La crisi del petrolio fa sentire i suoi effetti sul potere d’acquisto degli europei e degli statunitensi ed anche le vendite di Artioli ne risentono negativamente; si affaccia però, in questi stessi anni, un nuovo ricco mercato : quello arabo.
Cresce la domanda di modelli estrosi, colorati, con tacchi alti e impreziositi da morsetti, fibbie e accessori anche in oro massiccio.
La produzione tocca anche nicchie quali la scarpa da golf e lo stivale da polo su misura: Vito Artioli arriva a disegnare più di mille modelli all’anno e i clienti aumentano sempre di più. Accanto alle calzature, per soddisfare le richieste, si avvia anche la produzione di cinture in abbinamento con le scarpe, sempre su disegno di Vito Artioli, con la conseguente assunzione di artigiani cinturai.
Si intraprende poi la produzione di piccola pelletteria, borse e valigeria sempre all’interno della fabbrica tradatese. A ditte esterne viene anche commissionata una produzione dedicata di guanti, ombrelli, cravatte e abbigliamento in pelle, calze e accessori vari, quali occhiali da sole e gemelli per polsini di camicie, fibbie e morsetti per scarpe. Sempre negli anni settanta si sperimenta la commercializzazione al minuto con un negozio multimarca a Tradate, tre a Varese e un monomarca a San Francisco.
Una parte di questa attività è affidata alla moglie di Vito Artioli, Grazia Mascheroni, che viene nominata procuratrice dell’azienda.
Negli stessi anni, Vito Artioli intensifica il proprio apporto al pubblico e al sociale: si impegna nell’amministrazione cittadina, contribuisce a fondare il Rotary club di Tradate e, soprattutto a partire dal 1973 presiede per un decennio la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Varese .
Ricopre inoltre incarichi direttivi nel sistema camerale nazionale e regionale, nelle associazioni imprenditoriali quali la Confartigianato provinciale, l’Unione industriali di Varese (Univa), l’Anci (Associazione calzaturifici italiani) e la Confederazione europea della calzatura (CEC) e in istituti di credito quali il Banco di Napoli e la Banca d’Italia. Promuove il commercio internazionale sia come commissario ICE, sia fondando e presiedendo vari consorzi export.
Nel 1985 uno dei due figli di Vito, Andrea Artioli , viene mandato dal padre nel negozio di san Francisco per introdurlo poi nell’impresa familiare. Andrea rivela una eccezionale predisposizione per l’attività di venditore e al suo ritorno, conseguito il diploma superiore e un diploma alla Berkley University di San Francisco, inizia a lavorare stabilmente per la ditta. Nel 1985 l’impresa si trasferisce nella sede odierna in via Oslavia n. 3 a Tradate.
Dagli anni novanta ad oggi
Dopo il crollo del muro di Berlino, i mercati dell’Est europeo, con la comparsa di nuovi ricchi, diventano importanti per Artioli che, con Andrea che si afferma sempre più nella ditta, conta svariati punti vendita in Russia, nelle repubbliche ex sovietiche, come Ucraina, Uzbekistan, Kazakistan etc., e poi in Giappone, Cina, Malaysia, Singapore e Australia. La fortuna dell’impresa si deve anche alla capacità di seguire i nuovi mercati che, con il passare del tempo, e la globalizzazione, si aprono. Oggi, ad esempio, Vito Artioli prevede di aprire dei punti vendita anche in India, confidando nella rapida crescita economica di questo paese.
Nel 2004, a novantanove anni e sei mesi, muore Severino Artioli , fondatore della Star e da sempre vicino e solidale al figlio Vito e al nipote Andrea nelle scelte aziendali.
Oggi, Vito e Andrea Artioli sviluppano la struttura dell’impresa e hanno cominciato ad assumere nuovi collaboratori che li possano coadiuvare nella gestione aziendale, pur mantenendo, però, una struttura il più possibile vicina all’impresa familiare.
Il Calzaturificio conta oggi circa 50 dipendenti e può contare sulla collaborazione esterna di maestri artigiani per lavorazioni specialistiche di articoli particolari e che lavorano in stretta collaborazione stilistica e tecnica con la Star. Grazie a questa sintonia stilistica con un gruppo di selezionati produttori di accessori, Artioli è in grado ormai di aprire, in tutto il mondo, negozi monomarca che offrono tutta la gamma di abbigliamento e accessori in pelle al top della moda e del lusso, personalizzati e coniugati con lo stile di vita italiano.
Vito Artioli ha finora disegnato più di 74.000 modelli di scarpe e pelletterie con innovazioni che sono state via via copiate nel tempo e che tuttavia ha rinunciato a tutelare brevettualmente puntando invece sulla continua innovazione del prodotto .
Dati anagrafici
Denominazione sociale: Calzaturificio Star spa
Forma giuridica: società per azioni
Attività principale: fabbricazione e commercio di calzature, generi affini, borse e valigie
Settore: industria
Indirizzo: via Oslavia, 3. Tradate (Va)
Tel 0331-841322
Fax 0331-844564
e-mail info@artioli.com
sito internet http://www.artioli.com