
Una piccola realtà artigiana e commerciale (1930-1949)
Nel 1930, all’età di 44 anni, Emma Gottardi apre, sotto forma di ditta individuale, un negozio a Varese in via Donizetti 11 (l’attuale via Mazzini 6) per la fabbricazione e il commercio al minuto di borse per la spesa. Emma è nata in Algeria nel 1886 da emigranti italiani. Trasferitasi a Varese, nel 1910 vi ha sposato Enrico Ambrosetti residente a Biumo superiore e dalla loro unione nel 1913 è nato Giancarlo. Con il figlio oramai diciassettenne, Emma può dedicarsi pienamente alla produzione artigianale di borse, probabilmente legata all’attività di Enrico che i familiari ricordano connessa ai lavori di selleria. Cucendo a macchina nel retro del negozio pezzi di pelli provenienti da scarti di lavorazione, Emma realizza robuste borse di foggia triangolare vendute poi al minuto assieme a ombrelli e ad altri prodotti di pelletteria.
Il locale, in affitto, è piccolo, ha due vetrine ma è situato al centro di una zona commercialmente interessante servita da una linea tramviaria e frequentata sia per via della fiera del bestiame che si teneva ogni lunedì in piazza (l’attuale piazza Repubblica), sia per la presenza di importanti calzaturifici i cui operai effettuano gli acquisti durante la pausa lavorativa, affollando così il negozio a mezzogiorno.
L’attività è molto impegnativa: Emma segue anche la parte amministrativa e trascorre in negozio l’intera giornata scaldando il pranzo che le viene portato dai familiari. A sera torna a piedi a Casbeno, in via Monterosa, dove dal 1935 la famiglia si è trasferita. Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1942, Giancarlo sposa Ines Marinelli e vanno ad abitare in via Monterosa, accanto ai genitori. Nel 1944 nasce Lorenzo. Alla conclusione del conflitto, Giancarlo segue per qualche anno la sua inclinazione sportiva per il calcio giocando nel Varese ma la morte del padre nel 1946 e le necessità della famiglia lo portano a dedicarsi interamente al lavoro.
Lo sviluppo commerciale (1950-1966)
Nel 1950 Giancarlo apre presso l’abitazione di via Monterosa una fabbrica di valige di fibra, un prodotto elementare molto richiesto in un Paese investito da forti flussi migratori. Anche l’attività commerciale, affidata al ramo femminile della famiglia, conosce un importante salto di qualità: aiutata dalla nuora Ines, che le fa da supporto anche sulla parte amministrativa, Emma cessa la produzione artigianale di borse da spesa focalizzando l’attività sul solo commercio di borsette e oggetti di moda.
Nel 1956 l’attività si arricchisce di un tassello importante: Ines avvia un negozio a Milano, nella centralissima via Solferino 9 con il supporto di una commessa. Così, ogni giorno, al mattino aiuta la suocera in negozio a Varese e nel pomeriggio va in treno a Milano. Con i primi anni sessanta l’incremento dell’attività del negozio di Varese rende necessaria la collaborazione di una commessa che affianchi Emma e Ines. La presenza di queste figure familiari porta il piccolo Lorenzo ad avere nel negozio un punto di riferimento affettivo: frequenta le scuole nel centro di Varese e, al termine delle lezioni, si reca in negozio dove mangia nel retro con la mamma e la nonna e passa il pomeriggio a fare i compiti. Nella memoria dell’imprenditore, questa stagione sarà indissolubilmente legata al profumo della minestra che egli avverte varcando la soglia e alla possibilità di incontrare fugacemente la mamma in partenza per Milano.
Giancarlo, dal canto suo, è assorbito dall’attività del laboratorio di via Monterosa che assume dimensioni di un certo peso e dà lavoro a venti operai. Diplomatosi in ragioneria nel 1964, Lorenzo è subito coinvolto nelle attività di famiglia: il laboratorio e il negozio. Spesso poi si reca in auto a prendere la mamma a Milano o alla stazione di Varese per alleviarle la fatica del ritorno a casa.
La seconda generazione (1967-1991)
Il biennio 1967-68 rappresenta un anno di svolta nella vicenda della famiglia e dell’impresa. L’attività avviata da Giancarlo è a un bivio: occorre decidere se svilupparla profondendovi nuove energie e cavalcando le trasformazioni tecnologiche introdotte nel settore dall’arrivo di nuovi marchi (Samsonite, Roncato) o se abbandonarla. L’interesse di Lorenzo è orientato al negozio, le risorse umane su cui la piccola famiglia Ambrosetti può contare sono già sovraccaricate per cui Giancarlo, in precarie condizioni di salute, decide nel 1967 di chiudere il laboratorio . Per gli stessi motivi Ines cede il negozio di Milano. Parallelamente si presenta l’opportunità di acquistare la proprietà dei muri del negozio e, per l’occasione, ne viene effettuata una prima ristrutturazione. Nello stesso anno Lorenzo sposa Maria Iori, occupata presso uno studio professionale di paghe e contributi. Emma accoglie il nipote Lorenzo in ditta come socio trasformando la ditta individuale in una società di fatto denominata “Ditta Ambrosetti di Emma e Renzo Ambrosetti”.
In questa situazione di intensi cambiamenti, Maria si inserisce nella nuova famiglia portandovi un contributo importante. Grazie alle sue competenze professionali fa fronte alla gestione amministrativa del negozio – che ora conta due commesse – e assiste Emma presso l’Ufficio delle imposte per la compilazione della dichiarazione dei redditi. Maria non può garantire la presenza diretta in negozio perché deve accudire i figli nati dal matrimonio (Marco nel 1970, Paolo nel 1972 e Giancarlo nel 1977) e tuttavia anche da casa svolge un’importante opera di supporto preparando il pranzo per gli altri. Accompagna inoltre il marito e il suocero a Torino presso gli alberghi che organizzano le esposizioni dei pellettieri (la Fiera di Milano e il Mipel erano ancora lontani) e segue il percorso che negli anni settanta porterà al negozio marchi importanti quali Coccinelle, Samsonite e Gherardini.
Nel 1972 muore Emma e nella società di fatto subentra Giancarlo: la denominazione muta in “Ditta Ambrosetti di Giancarlo e Renzo Ambrosetti”. Nello stesso anno viene acquistato un appartamento sovrastante al negozio in previsione di future esigenze di ampliamento.
Gli anni dal 1970 al 1985 costituiscono un periodo di intenso sviluppo per il negozio: l’attività divendita è seguita da Lorenzo, dalla madre Ines e dalla moglie Maria coadiuvati da due commesse che, negli anni successivi, diventeranno addirittura sei. Il 1986 è un anno di intense trasformazioni. Vengono rilevati i due negozi confinanti e l’area commerciale del negozio raddoppia rendendo necessario un consistente riammodernamento. Quell’anno, infine, viene a mancare Ines e ciò rende necessario un più diretto coinvolgimento di Maria Iori nell’impresa: la moglie di Lorenzo entra come nuovo socio nella società di fatto e si dedica stabilmente al negozio grazie anche al fatto che i figli sono più grandi.
La terza generazione (1992-2011)
Dei tre figli, solo Paolo si indirizza all’attività commerciale. Diplomatosi geometra, dopo un breve praticantato professionale, nel 1992 Paolo apre in franchising un negozio Invicta in via Ugo Foscolo, vicino al negozio dei genitori. Paolo conserva tuttavia un collegamento con l’attività di famiglia e quando nel 1997 la società di fatto viene trasformata in accomandita semplice, vi entra con il nonno e la mamma come socio accomandante. In quell’occasione, per la prima volta l’oggetto sociale dell’impresa antepone l’attività commerciale a quella industriale. Nel 2007, come conclusione naturale di questo percorso, i genitori pongono a Paolo il problema della continuità del negozio familiare ed egli opta per questo.
Oggi il negozio è il fulcro dell’attività familiare. Dopo due tentativi di espandere i punti vendita – apertura di un’unità in via Ugo Foscolo (1995-2001) e soprattutto l’ingresso nel progetto del Centro commerciale Le Corti di piazza Repubblica (1997-2009) – le energie sono state concentrate sul sito commerciale originario. Nel 2008 una radicale ristrutturazione ha riorganizzato gli spazi in aree espositive che offrono ai clienti la possibilità di una migliore percezione degli articoli.
Il negozio opera oggi sui marchi di grande qualità nel campo della pelletteria e degli articoli da viaggio dovendo, anche su questo terreno, contrastare l’ampliamento di gamma di centri commerciali importanti come Rinascente o Coin. La solidità del rapporto con le marche prestigiose diventa a questo punto un fattore vitale e ciò significa anche tener conto dello stile operativo che esse desiderano impostare con il cliente. La riparazione dei prodotti , ad esempio, una volta era un cardine del servizio fornito dal dettagliante al cliente.
Oggi la situazione è rovesciata: la manutenzione è riservata ai centri di assistenza delle case produttrici e il ruolo del commerciante si riduce a facilitare il contatto diretto tra cliente e produttore . Inoltre la forte strutturazione organizzativa delle grandi marche oggi aiuta a risolvere i problemi delle giacenze di magazzino attraverso un controllo tempestivo delle richieste presenti sulla rete distributiva (negozi, negozi monomarca, outlet). Il prodotto invenduto può essere così richiamato e fatto pervenire ove ne sia stata espressa la domanda.
Il negozio nel tempo si è affermato a Varese come una delle attività commerciali più rilevanti sotto il profilo della continuità e dell’esperienza di settore, ricevendo riconoscimenti dalla Camera di commercio e dalle associazioni di categoria. Oggi si avvale dell’apporto di sette unità di cui quattro appartengono alla famiglia. Tra queste ultime figura Michela, che Paolo ha sposato nel 2001, e opera part-time avendo fatto la scelta di dedicarsi prioritariamente ai due figli piccoli. Paolo, infine, è stato il primo delle varie generazioni di Ambrosetti a realizzare la condizione della casa-bottega avendo trovato alloggio in un appartamento sovrastante il negozio.
Dati anagrafici
Ragione sociale: Ambrosetti di Lorenzo Ambrosetti & c. sas
Forma giuridica: società in accomandita semplice
Attività principale: commercio al minuto di valigeria, pelletteria e accessori
Settore: commercio
Indirizzo: via Mazzini 6, 21100 Varese
Tel 0332-281206
Fax 0332-281206
E-Mail info@valigeriaambrosetti.it
Sito Web www.valigeriaambrosetti.it