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Disegno di un tornio meccanico “scatola Norton” eseguito da Franco Aletti. 1937, Archivio d’impresa.

L’apprendistato imprenditoriale e l’avvio dell’attività (1920-1949)

Disegno di un tornio meccanico “scatola Norton” eseguito da Franco Aletti. 1937, Archivio d’impresa.Giovanni Aletti, nato nel 1890, inizia a lavorare come meccanico presso la Macchi di Varese negli anni appena successivi la Prima guerra mondiale. In seguito svolge l’attività di meccanico manutentore presso la Cornelia Conciaria, azienda che come altre del suo settore aveva sede lungo il corso del fiume Olona, allora distretto conciario tra i principali in Italia. Il figlio Franco, nato nel 1920, si forma come tecnico progettista seguendo i corsi serali delle scuole tecniche di Varese e lavorando presso l’azienda meccanica Leopoldo Pontiggia.

Alla fine della Seconda guerra mondiale, Giovanni decide di coinvolgere il figlio in una attività di costruzione di macchine per conceria. A quei tempi il settore presenta ottime prospettive di crescita: le industrie conciarie tedesche non reggono la concorrenza di quelle italiane che possono avvantaggiarsi di minori costi di manodopera.

Tornio progettato da Franco Aletti negli anni trenta e costruito dalla Leopoldo Pontiggia di Varese. 2006, Archivio fotografico Centro per la cultura d’impresa.Nei primi mesi del 1946, nell’abitazione di Giovanni, con l’aiuto degli altri figli Ezio e Pietro, viene così progettata la prima macchina smerigliatrice, poi realizzata in sei unità. I capitali iniziali vengono forniti da Armando Pizzocaro di Milano, importatore delle macchine per conceria tedesche, che nutriva forte fiducia nelle possibilità del nuovo modello. L’assemblamento avviene nel garage di casa, i pezzi sono realizzati nelle numerose aziende meccaniche e fonderie diffuse un tempo nella zona. Queste macchine, simili per concezione a quelle tedesche ma più grandi e più moderne, saranno vendute in Veneto dal figlio Franco.

In questa fase, Franco abbandona la Pontiggia per incompatibilità tra il ruolo di lavoratore dipendente e quello di costruttore in proprio: nel 1947 vede la luce la società di fatto “Giovanni Aletti e figli”.

L’attività negli anni Cinquanta e Sessanta

Depliant della macchina smerigliatrice modello “Efflora”. Anni cinquanta, Archivio d’impresa.Negli anni cinquanta l’impresa può già godere di un archivio disegni grazie alla precedente attività di Franco. Peraltro egli coinvolge nell’impresa nuovi tecnici provenienti dalla Leopoldo Pontiggia che conosce personalmente e con i quali condivide la formazione tecnica.

In questo periodo i membri della famiglia si fanno carico dell’organizzazione funzionale interna: i fratelli Ezio e Pietro (chiamato Carlo) si occupano della produzione, Franco segue un percorso più propriamente imprenditoriale passando via via dalla progettazione alla parte commerciale e finanziaria.

Nel 1959, l’impresa si trasferisce dall’abitazione di Giovanni in via Vanetti ad un piccolo capannone di via Tiepolo. Tutte le parti delle macchine sono costruite internamente, escluse le fusioni realizzate da fonderie locali. La produzione si amplia alla rasatrice e ad altre macchine per il finissaggio della pelle. Il mercato di vendita è costituito soprattutto dai distretti conciari del Veneto, della Toscana, delle zone di Varese, di Turbigo e Castano Primo (MI) e di Avellino.

Brevetto “convogliatore pelli” depositato dall’impresa nel 1969. Archivio d’impresa.Alla fine degli anni cinquanta l’impresa comincia a intessere rapporti commerciali con la Francia e il Nord Africa francese grazie alla partecipazione alla “Semaine du cuire” di Parigi, la più importante fiera europea dell’industria conciaria fino alla sua ultima edizione del 1997. Nel corso degli anni sessanta l’esportazione di macchine interessa anche i paesi dell’Est europeo. La presenza sul mercato internazionale costringe l’impresa a difendere l’originalità dei propri progetti attraverso il deposito dei brevetti.

Gli anni settanta e ottanta

Franco Aletti negli anni ottanta. Archivio famiglia Aletti.L’inizio degli anni settanta segna la crisi delle industrie conciarie della Val d’Olona, parallelamente la diffusione dell’industria meccanica per conceria negli altri distretti conciari porta l’azienda ad individuare nell’esportazione una nuova via di crescita.

Gli anni settanta e ottanta segnano il massimo sviluppo dell’azienda che mantiene le vendite in Europa per le produzioni di qualità ed esporta in Turchia, mercato che si sostituisce a quello nord africano. Il mercato di riferimento è però l’India, il paese in cui l’azienda ha venduto il numero maggiore di macchine.

L’impresa, in questo periodo, supera i 50 dipendenti. Brochure della macchina smerigliatrice modello “Polypres 210-3” realizzata su un brevetto dell’impresa Aletti. Sulla copertine viene illustrato il processo della pressa in continuo delle pelli dopo la conciatura. S. d., Archivio d’impresa.In questi anni la terza generazione della famiglia Aletti inizia a lavorare nell’impresa, anche se in realtà i nipoti di Giovanni già durante le vacanze estive erano soliti lavorare in officina per fare esperienza .

Dagli anni Novanta ad oggi

Brochure celebrativa dei cinquanta anni di attività dell’impresa Aletti. 1997, Archivio d’impresa.Nel 1989 la Aletti e figli diventa una società a responsabilità limitata con l’ingresso della terza generazione. Carlo, il figlio di Ezio, si dedica alla produzione, Marco ed Ezio, figli di Franco, seguono percorsi diversi. Ezio finiti gli studi liceali, affianca il padre nel settore commerciale; Marco si laurea in ingegneria collaborando costantemente durante gli studi con l’ufficio tecnico. Negli anni passa poi a occuparsi degli aspetti finanziari.

I contatti internazionali si ampliano estendendosi a paesi dell’Asia, alla Russia, agli Stati Uniti e al sud America. Nel corso degli anni novanta la parte della famiglia costituita da Pietro Aletti e dai suoi figli viene liquidata con una cessione di una parte degli immobili. La decisione si riflette negativamente sulla produttività dell’impresa che non sfrutta le opportunità di crescita offerte dai nuovi mercati esteri.

Nel 1998 muore Franco Aletti e gli succede nella carica di presidente il figlio Marco. Il ridimensionamento quantitativo del mercato e la più facile reperibilità commerciale dei componenti meccanici, spingono l’impresa a mantenere all’interno soltanto la progettazione e l’assemblaggio finale, appoggiandosi a terzi per il resto. Questo ha determinato una contrazione della struttura produttiva che oggi è scesa a 20 dipendenti. La produzione verte sempre più sulla “personalizzazione” delle macchine seguendo le specifiche richieste dei clienti. La gamma dei prodotti si espande fino a raggiungere i 14 modelli attuali (smerigliatrice, rasatrice, “messa al vento” per pelli bovine, tutte le macchine necessarie per le pelli ovo-caprine).

Da sinistra Marco e Ezio Aletti alla fiera Itma Asia di Singapore (Esposizione internazionale del macchinario tessile) nel 2005. Archivio d’impresa.Il 90% della produzione è rivolta al mercato estero. Grazie agli investimenti nella ricerca (l’8% del fatturato), l’impresa si inserisce anche nel settore tessile e della gomma con smerigliatrici dedicate. La differenziazione dei prodotti consente oggi all’impresa di mantenere gli stessi fatturati raggiunti negli anni novanta, che sono stati i maggiori nella storia dell’impresa, a fronte della concorrenza estera della Cina. L’intensa attività di progettazione, come per il passato, è accompagnata dalla difesa brevettuale; tuttavia oggi la globalizzazione del mercato e l’ingresso di aree produttive estese come la Cina, rende impossibile una piena difesa del diritto dell’inventore.

Dati anagrafici

Aletti Giovanni & Figli

Denominazione: Aletti Giovanni e Figli Srl

Forma giuridica: società a responsabilità limitata

Attività: costruzione e installazione di macchine e apparecchi per l’industria delle pelli, del cuoio e delle calzature

Settore: industria

Sede: Via Tiepolo, 14 – 21100 Varese – Italia
Tel. +39 0332 334.664
Fax +39 0332 331.917
Sito Web: www.sueding.com

Genealogie

I segni dell'impresa

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