Le origini del Premio
Nell’immediato secondo dopoguerra, alcune Camere di commercio italiane cercarono di recuperare la tradizione del Premio per lungo e lodevole servizio destinato a impiegati, operai e agenti di campagna e istituito nel 1929 dai Consigli provinciali dell’economia, denominazione assunta dalle Camere sotto il regime fascista.
Con questa iniziativa, i Consigli intendevano premiare l’attaccamento dei dipendenti all’azienda nella quale avevano prestato servizio per lungo tempo e sancire con ciò il principio della collaborazione tra classi sociali proprio del corporativismo fascista.
A differenza di altri premi determinati dall’amministrazione centrale a favore dei lavoratori dipendenti (premio Stella al merito del lavoro istituito con regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3167) i Consigli desideravano che le proposte di assegnazione dei premi ai lavoratori provenissero direttamente dalle imprese le quali avevano così l’occasione per riconoscere formalmente le qualità professionali dei dipendenti e stimolare tra essi comportamenti emulativi.
L’iniziativa prendeva avvio con la deliberazione di un bando e con la pubblicazione di un Regolamento. Successivamente, la Camera coinvolgeva le associazioni imprenditoriali, le organizzazioni sindacali, i comuni. A volte, anche i parroci collaboravano all’iniziativa rilasciando, su richiesta, attestazioni circa la professionalità e la moralità dei candidati.
Nel 1936 il premio venne avversato dal Ministero delle Corporazioni proprio perchè si sovrapponeva al conferimento della medaglia d’oro del premio Stella al merito del lavoro per cui molte Camere lo abbandonarono. La Camera di Varese riuscì viceversa a mantenerlo sostituendo una somma in denaro alla medaglia. L’iniziativa proseguì pertanto sino al 1942, anno in cui venne sospeso a causa delle vicende belliche.
La ripresa del Premio nell’immediato dopoguerra e l’estensione agli imprenditori
Con il ritorno della pace, molte Camere, tra cui già nel 1946 quella di Varese, avviarono sporadicamente iniziative che riprendevano la tradizione del premio. Il Ministero dell’industria e del commercio emanò allora nel 1952 la circolare n.581/C con la quale promuoveva l’istituzione di un premio rivolto ai lavoratori dipendenti da molti anni presso la medesima impresa, alle imprese longeve e alle imprese, agli imprenditori e agli inventori caratterizzatisi per importanti innovazioni in campo sociale o tecnologico-industriale.
Anche a Varese, la prima edizione del Premio del lavoro e del progresso economico (definito nella documentazione camerale anche Premiazione della fedeltà al lavoro e del progresso economico) riguardò il biennio 1952-53. Con la documentazione inviata per presentare la propria candidatura, molte imprese inviavano brevi profili storici, alberi genealogici, documenti storici che attestavano la continuità temporale del proprio operato.
La prima premiazione si svolse nel gennaio 1954 e venne ampiamente pubblicizzata dall’organo della Camera, La Provincia di Varese . Un servizio fotografico realizzato per l’occasione riporta il clima festoso che caratterizzava l’iniziativa: erano gli stessi imprenditori e i loro rappresentanti che accompagnavano i lavoratori al tavolo della premiazione dove ricevevano dal presidente della Camera e dalle autorità locali una medaglia d’oro e un attestato.
L’adeguamento del Premio alle trasformazioni dell’economia
Nei decenni successivi, il premio ha modificato i criteri di attribuzione, tenendo conto delle trasformazioni economiche e sociali che avvenivano nell’economia del Paese e in quella locale. Innanzi tutto, il concetto di fedeltà a un’unica impresa è stato sostituito dalla continuità lavorativa, anche in più imprese. Con ciò si è preso atto della nuova realtà lavorativa caratterizzata da una maggiore mobilità interaziendale.
Il Premio è stato esteso ai dirigenti d’impresa, elemento che testimonia una maggiore complessità dell’impresa e la diversificazione tra proprietà e direzione. Nel tempo sono stati modificati i parametri di longevità (40 anni per le imprese industriali, commerciali e agricole e 35 anni per le imprese artigiane) segno che da un lato si è ridotta l’età media delle popolazione delle imprese e che, al suo interno, si è irrobustito il segmento delle imprese artigiane. Il valore della produttività dell’impresa viene associato al concetto di organizzazione assistenziale nei confronti dei dipendenti e alla qualità dei rapporti umani stabiliti all’interno dell’impresa. Tuttavia, il premio resta incardinato sulla dimensione della riconoscibilità individuale dell’imprenditore e della sua famiglia.