Museo della motocicletta FreraLe moto e le biciclette che si trovano all’interno del Museo provengono da privati. Qualche esemplare è di proprietà della Fondazione.
Il Museo è diviso in due settori: il primo espone 25 motociclette prodotte dalla Frera, cui si devono aggiungere 5 biciclette dello stesso marchio. Il secondo settore espone attualmente moto di altri marchi storici italiani, prevalentemente prodotte in Lombardia come MV Agusta, Cagiva, Gilera e Moto Guzzi. Complessivamente le moto esposte sono 76. Tutte sono catalogate e fotografate al momento dell’ingresso nel Museo per poterle assicurare. I proprietari possono ritirarle quando vogliono. Oltre alle moto, si possono osservare anche documenti significativi legati alla storia dell’azienda, che purtroppo ha visto la dispersione dell’archivio soprattutto durante i traslochi dovuti ai cambi di società. Sono rimasti articoli di giornale, fotografie, documenti su carta intestata e alcuni pregevoli manifesti pubblicitari, molti dei quali disegnati da Plinio Codognato. Il bilancio del Museo è costituito da fondi donati da privati e da quelli provenienti dalle offerte lasciate dai visitatori. L’Amministrazione comunale ha assegnato al Museo un contributo utilizzato per le spese di manutenzione. L’ingresso è gratuito: lo scopo principale del Museo è infatti quello di diffondere tra il maggior numero di persone la conoscenza dei prodotti della prima fabbrica costruttrice di moto in Italia. L’apertura è garantita grazie all’apporto di volontari, che sono tutti soci del Motoclub Amatori Frera. Ogni anno viene visitato da centinaia di visitatori, prevalentemente composti da gruppi di amatori di moto, da scolaresche e da qualche visitatore straniero. Non esiste un curatore che si occupi dell’organizzazione espositiva. Le scelte sono effettuate dai soci, che periodicamente definiscono l’allestimento degli spazi espositivi e si occupano materialmente della manutenzione.
Per farsi conoscere, il Museo espone alcuni dei suoi “pezzi” a mostre del settore o a fiere del territorio, mostrando concretamente come si restaurano. Collabora con esperti di motociclismo e partecipa alle iniziative che hanno come scopo far conoscere la Frera e Tradate.

Scheda realizzata dalla classe 4a Liceo Scientifico, anno 2011-2012, dell’Istituto Marie Curie di Tradate nell’ambito del Progetto scuole.

Denominazione: Museo della motocicletta Frera
Anno di costituzione: 2005
Soggetti promotori: Fondazione Museo della motocicletta Frera, Comune di Tradate
Forma giuridica: Fondazione senza fini di lucro
Descrizione: Il Museo è diviso in due settori: il primo espone 25 motociclette prodotte dalla Frera, cui si devono aggiungere 5 biciclette dello stesso marchio. Il secondo settore espone attualmente moto di altri marchi storici italiani, prevalentemente prodotte in Lombardia come MV Agusta, Cagiva, Gilera e Moto Guzzi. Complessivamente le moto esposte sono 76.
Indirizzo: Via Zara 37, Tradate (VA)
Tel-fax: Biblioteca Frera (tel. 0331-841820)
Apertura al pubblico: Il Museo è aperto al pubblico per otto ore settimanali: il giovedì dalle ore 20 alle 22; il sabato dalle 15 alle 18 e la domenica dalle 15 alle 18.
Servizi accessori: Biblioteca

Il museo

Museo FreraIl museo nasce da un’idea di due appassionati tradatesi, Pietro Allievi ed Enrico Verrini, animatori del Motoclub Amatori Moto Frera Tradate. Allievi è proprietario di diversi preziosi esemplari ora esposti. È situato simbolicamente nello stesso edificio che ha ospitato la Frera dal 1905 al 1939.
Nel 1947 l’edificio viene acquistato prima dalla Valdolona spa e poi dalla Trafilm, due aziende che operano nel settore della plastica. Nel 1986 passa alla Arietto Paletti-Sosveco, che intende adibirla a concessionaria per automobili. L’immobile, ormai in stato di abbandono, viene infine acquistato nel 1987 dal Comune di Tradate, che intende trasformarlo in un centro culturale polivalente. Nel 1998 viene approvato il progetto di ristrutturazione del complesso, che dovrà ospitare la Biblioteca civica e il Museo Frera. Il costo dei lavori raggiunge i 3 milioni di euro.
Il Museo viene inaugurato il 17 luglio 2005, in coincidenza con il centenario dell’apertura della fabbrica. Situato al primo piano dell’edificio, dispone di in un’area di 300 metri quadri. Al piano terra sono collocati la Biblioteca, un bar e stanze per ospitare mostre e conferenze. Nel seminterrato della Biblioteca sono esposte macchine tipografiche. Nel complesso edilizio è ospitato anche il Corpo Musicale “Santa Cecilia” di Abbiate Guazzone e in futuro è prevista la costruzione di un auditorium.
Il 18 maggio 2007 il Museo si costituisce in Fondazione ONLUS, senza fini di lucro, oggi presieduta da Gino Restelli. Il suo vice è Pietro Allievi, il segretario è Carlo Uslenghi. In base allo Statuto, si è insediato un Consiglio direttivo di cui fanno parte il Sindaco (pro tempore) e i presidenti del Motoclub Tradate, del Motoclub Abbiate e del Motoclub Amatori Frera.

Corrado Frera

Corrado FreraCorrado Frera nasce il 23 marzo 1859 a Kreuznach, piccola località termale situata a pochi chilometri da Francoforte, da padre italiano e madre tedesca. Si trasferisce a Milano già nel 1885, da dove inizia la sua attività come negoziante di giocattoli, articoli da regalo, e prodotti sanitari e poi accessori in gomma per velocipedi con il relativo abbigliamento. Nel 1888 si sposa con Italia Sartor, dalla quale avrà quattro figli: Sofia, Leonardo, Giovanna e Corradino. Corrado intuisce le potenzialità del motore a scoppio che, applicato alle biciclette, avrebbe rivoluzionato i trasporti. Inizia l’importazione di biciclette e dei primi veicoli a motore dall’estero, che rivende nel negozio di piazza Missori 2 a Milano. Nonostante la scarsa disponibilità economica, riesce ad aprire la propria fabbrica di produzione di biciclette, su cui inizierà a montare motori che in un primo momento acquista dai tedeschi N.S.U. e Daimler e dallo svizzero Zurcher & Luthi. Nel 1905 nasce a Milano la Corrado Frera & C., che poi lascia posto alla Società Anonima Frera. La sede prescelta per l’attività industriale è Tradate, luogo in cui la famiglia villeggia d’estate. All’epoca il paese è ancora prevalentemente agricolo, ma già dotato di energia elettrica e servito dalle Ferrovie Nord Milano. Nell’area detta Vigna lunga Corrado fa costruire lo stabilimento e la sua abitazione. Nel 1915 Corrado ha difficoltà ad ottenere la cittadinanza italiana, nonostante abbia perso quella prussiana. La vita di Corrado si intreccia strettamente con quella della Società. Momenti dolorosi della sua biografia sono la morte della figlia Giovanna nel 1924, della moglie nel 1928 e di Corradino nel 1936. Muore a Milano il 20 marzo 1941.

Albero genealogico famiglia Frera

La Frera

La FreraLa Frera comincia a produrre le sue motociclette, che si affermano sul mercato italiano e straniero, anche grazie alle ottime prestazioni nelle prime gare sportive. Il primo campionato italiano nel 1911 nella categoria 334 cc è vinto dal pilota milanese Mario Acerboni . I progetti dei nuovi modelli escono dallo studio tecnico composto dal figlio di Corrado, Leonardo, dal genero Emilio Conta e dall’ingegner Francesco Volpi. La Frera già dal 1908 rifornisce i bersaglieri dell’Esercito italiano di motociclette, cui si aggiungeranno durante la guerra motosidecar per installare mitragliatrici o trasportare i feriti. Le commesse di guerra irrobustiscono la Società. Nel 1919 Corrado acquista a Tradate lo stabile della Manifattura Spole, una fabbrica tessile fallita, vicino alla ferrovia. Vi trasferisce gli uffici amministrativi, il salone di montaggio e il magazzino. Affida al figlio Corradino la direzione del nuovo Stabilimento. Nelle due strutture lavorano a metà degli anni venti circa 600 operai. L’inizio della crisi produttiva e finanziaria risale al 1929. In seguito alla crisi mondiale, la Cemsa di Saronno ritira solo 50 dei 300 motori ordinati alla Frera perché a sua volta messa in crisi dal mancato ordinativo delle Ferrovie dello Stato. Corrado, in polemica con il consiglio di amministrazione, si dimette dalla carica di presidente. Assume l’incarico Emilio Fosso. Nonostante l’impegno delle autorità locali per garantir le commesse pubbliche, la S.A. Frera cessa la produzione nel 1932. Alcuni testimoni affermano che sia stato Corrado a convincere Leonardo nel 1931 a fondare una nuova ditta con lo scopo di produrre motociclette con il suo nome. Altri sostengono invece che la fondazione della nuova ditta sia stata il frutto di divergenze tra padre e figlio. La sede della “Leonardo Frera” è sempre a Milano ma la produzione avviene in un reparto della fabbrica tradatese. Nel 1934 anche questa ditta è costretta a chiudere. I Frera vendono il loro patrimonio per saldare i debiti contratti. Nel 1934 altri imprenditori ed ex soci, fra cui Paolo Soprani, proveranno a rimettere in moto la fabbrica, ma nel 1936 fallisce anche quest’ultimo tentativo. Nel corso della sua storia trentennale la Frera ha prodotto circa 350 prototipi e più di 50.000 motociclette. Leonardo nel dopoguerra ricomincia l’attività industriale producendo biciclette. Il marchio Frera esiste ancora, essendo stato rilevato nel 1999 da Antonio Fontana di Arzergrande (PD) che prosegue la produzione di biciclette.

  • Benito Renzo Battilani–Silvio Pizzo, Tutto Frera, 2 voll., Bologna, Minerva, 2006.
  • Ernesto Restelli, Frera, le moto di Tradatenello sport, nei trasporti, nell’esercito (1905-1936), Azzate, Macchione, 2005.
  • Ernesto Restelli, Frera. Storia e memoria di Tradatesu due ruote, Varese, Lativa, 2007.