
Prime esperienze imprenditoriali dei tre fratelli Bassani (1936-1949 )
Le origini della BTicino risalgono al 1936, quando viene costituita la società di fatto A. L. Bassani, con sede a Milano in via Melzo 9. I fondatori sono i fratelli Arnaldo detto Aldo di trentatre anni, meccanico tornitore, e Luigi detto Gigino di 24, perito industriale diplomatosi all’Istituto Feltrinelli di Milano. I ragazzi hanno l’elettricità nel sangue, non solo in quanto appartenenti alla generazione del futurismo ma soprattutto per il fatto che il padre Cesare ha lavorato una vita nella centrale elettrica di Vizzola Ticino.
Nei primi due anni l’impresa si dedica alla produzione di guarnizioni per bottoni rifornendo l’impresa di confezioni delle sorelle Bassani, attive nei dintorni di Gallarate. Già dal 1938 tuttavia, con il trasferimento nella sede di piazza Grandi e nel vicino capannone di via Piolti de’ Bianchi, inizia la produzione di minuterie metalliche destinate all’industria elettrica e meccanica. I due fratelli sono soci con quote paritarie ma è Luigi che amministra la società mentre Aldo si occupa delle linee produttive. Nei primi anni di attività la società si afferma sul mercato nazionale e cresce in dimensioni: Gigino cura personalmente l’assunzione di un nutrito gruppo di operaie del paese bergamasco di Grumello al Monte, noto per la lavorazione dei bottoni. La crescita deve tuttavia fare i conti con il difficile contesto bellico che costringe i fratelli, dopo i primi bombardamenti, a trasferire lo stabilimento e gli uffici a Besnate e Arnate, vicino a Gallarate. Negli ultimi mesi di guerra la società acquisisce a Bizzozzero, in un’area agricola alle porte di Varese, un vasto terreno dove inizia la costruzione del primo capannone di quello che ancora oggi è il suo maggiore insediamento industriale. La ripresa dell’attività negli anni della Ricostruzione vede l’ingresso nell’attività del più giovane dei fratelli Bassani, Ermanno. Nel giugno 1948 i tre costituiscono la Ticino Interruttori Elettrici spa che pochi mesi dopo muta denominazione in Bassani spa e incorpora la A.L. Bassani. Il nome Ticino, dato alla serie di interruttori più utilizzata nel dopoguerra e al marchio con cui in seguito verranno commercializzati tutti i prodotti dell’impresa, è ispirato al ricordo del padre e della centrale di Vizzola.Gli anni di Gigino Bassani (1950-1968)
Nella Bassani spa, Luigi siede al vertice del consiglio di amministrazione e detiene le principali deleghe operative, Aldo resta solo per alcuni anni nell’impresa per poi avviare un’attività in proprio, mentre il contributo di Ermanno si rivela decisivo nel settore commerciale. Nel 1949 la Bassani conta otto depositi, gestiti da propri rappresentanti, ben distribuiti sul territorio nazionale e nel 1953 avvia la prima esportazione diretta in Svezia con una fornitura di supporti per lampade al neon. Nel secondo dopoguerra la ricostruzione di edifici e fabbriche e l’innalzamento degli standard abitativi garantiscono all’impresa, per alcuni decenni, un mercato, per i propri prodotti che si distinguono per efficienza e praticità, inesauribile. Nello stabilimento di Bizzozzero il personale continua ad aumentare e l’area si arrichisce rapidamente di nuovi capannoni. Le straordinarie capacità imprenditoriali di Gigino Bassani si fondano su una spiccata percezione delle tendenze del mercato ma anche su una preparazione tecnica che gli consente di progettare personalmente soluzioni d’avanguardia sul piano dei prodotti e dei processi industriali. Nel 1954, ad esempio, un suo progetto porta all’installazione di presse girevoli automatizzate che consentono una riduzione della fatica per gli operai con un aumento della produttività. Durante gli anni sessanta l’impresa, che ha colto l’importanza cruciale della ricerca e dell’innovazione, sviluppa un proprio Centro studi cui nel 1964 viene dedicata una sede presso la villa di famiglia a Poggio di Casciago, acquistata dalla famiglia Pirelli. Uno dei motti di Gigino Bassani è: «Se c’è qualcosa di nuovo da studiare e realizzare [...]dobbiamo farlo noi della Ticino, e per primi». La Bassani alla fine degli anni sessanta conta circa 5.000 dipendenti, metà dei quali lavorano presso lo stabilimento di Bizzozzero e nel 1969 il fatturato della società supera i 17 miliardi di lire; l’incremento della produzione si è assestato attorno al 500%, con una punta superiore al 1200% riferita alle forniture per uso industriale. Al successo commerciale dell’impresa contribuiscono diversi fattori: uno di questi è la progettazione modulare che facilita successivi ampliamenti degli impianti, introdotta nel 1961 con la serie Magic. La sicurezza garantita dai prodotti Ticino è un altro di questi fattori: già nel 1953 gli interruttori per uso industriale vengono dotati di fusibili fino a 100 Ampere e dalla seconda metà degli anni sessanta vengono brevettati gli interruttori “salvavita” e “salvamotore” i cui nomi hanno avuto una estesa diffusione nel linguaggio ma sono nati come marchi d’impresa. La politica dell’impresa di fornire formazione specifica a elettricisti e installatori garantisce una platea di clienti fidelizzati e competenti. Inoltre anche l’attenzione data alla presentazione estetica dei prodotti contribuisce all’affermazione del marchio e del design. Le relazioni industriali all’interno della Bassani rispecchiano una concezione dell’impresa come luogo in cui il successo dipende dal concorso di ciascuno con il proprio lavoro e le proprie idee. Il presidente, che tutto il personale chiama signor Gigino, cerca il rapporto diretto con i lavoratori interessandosi, per quanto possibile, dei problemi di ciascuno e cercando con la sua presenza di garantirne il benessere e le condizioni di lavoro. Fondendo suggestioni olivettiane e paternalismo in una visione ordinata e disciplinata della fabbrica, la Bassani promuove strumenti per il dialogo interno, programmi di assistenza e di formazione, sistemi di valutazione e di autovalutazione per i propri dipendenti. Dipende anche da questa trama di relazioni interne il fatto che l’impresa si presenti alla stagione dei grandi conflitti sindacali senza la minima tensione latente al proprio interno. Negli stessi anni l’impresa sviluppa, in collaborazione con l’amministrazione carceraria, un progetto di recupero al lavoro dei detenuti che la porta a costituire laboratori interni a diverse carceri italiane.Gli anni di Ermanno Bassani (1969-1988)
Se i conflitti di lavoro che interessano molte industrie italiane tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta lambiscono appena la Bassani, questa deve invece fronteggiare un imprevisto problema di avvicendamento al vertice. Nel dicembre del 1968 infatti Luigi Bassani è vittima di un incidente automobilistico e alla guida dell’impresa gli succede il fratello minore. Con la presidenza di Ermanno Bassani, chiamato familiarmente in azienda signor Nanni, la società prosegue nella sua crescita ampliando la capacità produttiva, diversificando l’offerta e penetrando in nuovi mercati. Dopo le prime sedi estere, aperte negli anni sessanta in varie città europee, la società sviluppa una rete multinazionale di società consociate e di agenti che consentono la distribuzione dei prodotti Ticino in tutti i principali mercati industrializzati del mondo. Nei Paesi dell’America Latina, in particolare Messico, Cile, Venezuela e Perù, la società consolida una posizione di leadership che dura ancora oggi. In diversi Paesi la Bassani spa sigla anche accordi di fabbricazione su licenza che contribuiscono a loro volta all’affermazione nel mondo delle soluzioni produttive e tecniche della società italiana. Lo stabilimento di Bizzozzero viene ampliato a più riprese, sorgono altri stabilimenti e altre aziende vengono acquisite, per assicurarsi nuovi mercati e nuove competenze, a Pallanza, Tradate, Erba e Bodio Lomnago. Tra il 1970 e il 1971 vengono aperti i nuovi poli produttivi di Torre Annunziata e Torre del Greco e la sede di rappresentanza di Roma. La crescita rallenta nella seconda metà degli anni settanta, quando anche nella Bassani cresce il livello di conflittualità interna, e l’attività è frenata da una certa saturazione della domanda e dalla crescente concorrenza. Nel 1979 scompare anche il maggiore dei fratelli Bassani, Aldo, che tuttavia aveva da tempo lasciato l’impresa. Gli anni ottanta rappresentano un decennio di profonda ristrutturazione interna , con forti investimenti nell’automazione e una riduzione drastica del personale che tra il 1979 e il 1988 passa da 8.000 a meno di 2.000 addetti. La contrazione dei costi, l’innovazione e la razionalizzazione dei processi produttivi consentono all’impresa di superare con successo gli anni più difficili e di mantenere la propria posizione tra le aziende leader del settore a livello mondiale. In questo periodo l’impresa avvia, con buoni risultati, campagne pubblicitarie rivolte direttamente all’utenza finale, con inserzioni sulla stampa generalista e in televisione. Nel corso della ristrutturazione societaria di metà anni ottanta la famiglia Bassani, rappresentata da Ermanno e dai suoi figli, mantiene il controllo azionario cedendo le proprie deleghe operative a manager esterni.BTicino nel gruppo Legrand (1989-2014)

Lo studio realizzato da Giuseppe Zecca per la realizzazione della serie Light. 1991, Archivio d’impresa.
Dati anagrafici
Ragione sociale: BTicino spa
Forma giuridica: società per azioni
Attività principale: produzione e commercializzazione soluzioni per le infrastrutture elettriche e digitali degli edifici residenziali, terziari ed industriali.
Settore: industria
Indirizzo:
Viale Borri, 231
21100 Varese
Tel 0332-279111
Sito Web www.bticino.it